L’evoluzione della Comunicazione
Nel corso dell’ultimo decennio, abbiamo assistito ad una trasformazione radicale della comunicazione, determinata dall’evoluzione delle tecnologie digitali e, più recentemente, dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA).
Se da un lato, social media, piattaforme di messaggistica, app di videoconferenza hanno trasformato le interazioni tra persone, imprese, istituzioni, rendendole più semplici, veloci e accessibili, dall’altro, l’IA si é distinta come lo strumento più rivoluzionario, e al contempo, più dibattuto nel settore della comunicazione.
Le opportunità dell’IA
L’ampio ventaglio di strumenti che l’IA ha messo a disposizione di tutti, ha fatto sí che il suo utilizzo si diffondesse rapidamente: ottimizzazioni di campagne pubblicitarie, analisi di tendenze, generazione di contenuti automatici, e persino creazione di assistenti virtuali.
La sua applicazione al marketing digitale aiuta nello studio dei differenti mercati e suggerisce azioni da intraprendere per affinare le tecniche di persuasione della clientela.
Tuttavia, la crescente adozione dell’IA, se priva di regole, desta non poche preoccupazioni tra gli esperti della comunicazione, che prospettano una serie di rischi.
Dati, opinioni, conseguenze
Un sondaggio del 2024 condotto da Muck Rack su 1.000 professionisti delle relazioni pubbliche rileva che:
– il 64% utilizza l’IA generativa (di contro al 28% del 2023);
– il 90% pensa che migliori l’efficacia, il 74% il rendimento lavorativo;
– il 48% la usa per i canali social, il 58% per la ricerca di dati, il 54% per i pitches, il 16% per la generazione di immagini, il 58% per i comunicati stampa.
La maggior parte degli intervistati ha forti remore sull’uso dell’IA senza la curatela, l’editing e la supervisione umana:
– il 63% ritiene che la mancanza di controllo abbassi la qualità complessiva delle comunicazioni;
– il 35% dei professionisti interni alle agenzie si aspettano che sia reso noto l’uso dell’IA;
– il 20% delle agenzie ne dichiara l’impiego;
– il 36% lo divulga solo in base ai casi.
Un altro grande timore consiste nel fatto che il ricorso agli strumenti dell’IA possa, nel tempo, indebolire le competenze e le strategie di comunicazione, in quanto:
– i giovani professionisti potrebbero non apprendere adeguatamente i principi fondamentali delle relazioni pubbliche (67%);
– la clientela potrebbe erroneamente ritenere di non aver più bisogno delle agenzie (60%);
– il pubblico potrebbe essere confuso dall’eccessiva proliferazione di contenuti monotono, dove i brand rischiano di perdere l’identità.
L’approccio etico e professionale
L’uso indiscriminato dell’IA contiene in sé un’alta probabilità di degenerare in pratiche di comunicazione manipolatorie dell’opinione pubblica, in quanto l’automazione eccessiva mette a repentaglio la qualità e la veridicità dei messaggi.
Appare essenziale ricorrere a un approccio etico e professionale, che mantenga il controllo umano su aspetti critici come la strategia, la creatività e il tono.
Le agenzie e i professionisti sono chiamati ad adottare linee guida dettagliate, e a promuovere una cultura che valorizzi non solo l’innovazione, ma anche l’impiego trasparente e sicuro dell’IA, rispondendo così alle aspettative degli stakeholders, e acquistando affidabilità.
La formazione continua svolge un ruolo cruciale per far sí che i comunicatori del futuro acquisiscano le competenze tecniche, e ne apprendano le implicazioni etiche e pratiche.
L’impiego dell’IA deve avvenire nel rispetto dei valori della trasparenza e della responsabilità sociale, assicurando che il progresso tecnologico vada di pari passo con il rispetto delle persone.
Verso il futuro: l’equilibrio tra IA e apporto umano
L’intuizione, la competenza e la capacità di interpretare le peculiarità culturali, le dinamiche politiche e i cambiamenti sociali sono qualità che le macchine non possono replicare.
L’IA può generare testi coerenti e ben strutturati, ma solo l’essere umano può creare storie che emozionano e ispirano.
Le decisioni strategiche di comunicazione per essere efficaci devono fondarsi non solo sui dati, ma ma anche sulla conoscenza del contesto e sull’esperienza nella gestione di situazioni complesse.
Per quanto potente, l’IA non può in alcun modo sostituire l’empatia e il contributo umano, doti fondamentali per costruire relazioni autentiche e durature con il pubblico.
In sintesi, il futuro della comunicazione risiede nella capacità di coordinare un dialogo armonioso ed equilibrato tra intelligenza artificiale e intelligenza umana.