I prezzi del settore elettrico sono saliti alle stelle: la Spagna ha raggiunto i 188,18 euro per MWh!! Se si fa un paragone con lo scorso anno (quando il prezzo era di 51,05 euro per MWh) si evidenzia un aumento del 268%. Le ragioni di tale impennata dipendono in parte dalle quotazioni internazionali del gas (oggi 69,58 euro di contro ai 18 dello scorso anno), per cui, come affermato dal Ministero della Transizione Ecologica, ad ogni euro di aumento del gas corrispondono due euro in più nel costo dell’elettricità. Dall’altra parte, l’aumento del prezzo è determinato dal maggior costo dei diritti di emissione di CO2, che, secondo quanto risulta da uno studio pubblicato dal Banco de España, incidono nella misura del 20%.
Misure di mitigazione e critiche
Il Governo ha pertanto, approvato una serie di misure d’intervento per abbassare i costi dell’elettricità del 30% entro la fine del 2021: vendite all’asta alternative per avere diversi prezzi di riferimento nella produzione di energia; stabilizzazione della tariffa fissa in bolletta; garanzia di una somministrazione minima vitale per gli utenti più vulnerabili; revisione della tassazione per le imprese produttive e ribasso dell’IVA per i consumatori finali; indirizzo verso l’uso delle centrali idroelettriche per la produzione di energia; creazione del Fondo Nazionale di Sostenibilità del Sistema Elettrico con lo scopo di ripartire il costo delle rinnovabili tra tutti i settori energetici.
Il piano stabilito dal Governo sta, però, trovando opposizione da più lati, sia politici che imprenditoriali. La tariffa fissa in bolletta per esempio, che comporterà un taglio quantificato in 2.600 milioni di euro fino al 31 marzo 2022, mettendo fine agli enormi profitti registrati dalle compagnie elettriche, si è scontrata con le proteste di quest’ultime che hanno dichiarato la manovra insostenibile dal punto di vista dei costi di produzione. Le aziende del nucleare, qualora si portasse avanti il progetto sulle emissioni di CO2, hanno minacciato di bloccarne la produzione, nonostante dalle misure governative appaiono evidenti i vantaggi: si prevede di ottenere 900 milioni dalla somma raccolta nelle aste di CO2 per ridurre gli oneri e coprire i costi del sistema elettrico da 1,1 miliardi preventivati a 2 miliardi nel corso dell’anno.
Dal punto di vista fiscale, la sospensione della tassa del 7% pagata dalle imprese produttrici di elettricità sarà prolungata fino a fine anno, mentre l’IVA era stata già ribassata dal 21% al 10% a partire dal mese di agosto.
Se da un lato i produttori segnalano il loro prezzo e gli operatori la loro capacità di pagamento, nel mezzo agisce l’OMIE (Operador del Mercado Ibérico de Energía), che ha stabilito fasce orarie con prezzi diversi, che modificano le abitudini di vita degli spagnoli.
La ministra per la Transizione Ecologica, Teresa Ribera, si è mostrata disponibile ad aprire un tavolo per studiare la creazione di una compagnia elettrica pubblica, che preveda l’incorporazione di centrali idroelettriche.
E’ chiaro a tutti che quante più energie rinnovabili si usano, tanto più scende il prezzo dell’elettricità, ma il percorso per ottimizzare questo risultato è ancora lungo.